Il savonese Alessandro Carnevale, perfezionando una tecnica difficile da dominare, complice l’utilizzo di acidi per controllare l’ossidazione del metallo, sviluppa un personalissimo linguaggio pittorico nel dipingere archeologie industriali su parti di quelle stesse strutture che le sue opere ritraggono.
Affascinato dalle trame che la ruggine tesse naturalmente sui metalli, Alessandro Carnevale riesce ad integrare l’ossido nell’insieme del “dipinto”, creando un autentico ritratto del mondo post industriale.
La poesia che scaturisce da questi scarti riportati in vita è ciò che più ha colpito il curatore della mostra, Roberto del Frate:
Ebbene, vedere questa materia, restituita, rivisitata e soprattutto fatta ri-germinare, come un frutto marcito che ancora al suo interno racchiude il seme vitale della creazione, mi ha rallegrato l’animo oltre che la vista.
Rivedere una nuova vita in quei relitti, in quegli scarti, in quelle ossa di una tecnologia di cui oramai vediamo solo i danni, della quale oramai quasi solo ci vergogniamo, mi ha dato invece fiducia e speranza.
Alessandro Carnevale (Savona, 1990) è pittore, scrittore e musicista. Diplomatosi al liceo Artistico A. Martini con il massimo dei voti, ha frequentato l’accademia Albertina di Belle Arti di Torino, seguendo i corsi di scultura e di grafica d’arte. Cofondatore del gruppo Jazz ThoseThreeWords, dal 2012 è altersì docente e titolare del corso di batteria presso la scuola T. Nicolini di Savona. Ha pubblicato, con Aletti Editore, il romanzo “Aurore Vernice”. La sua poesia “Esausti Miei Paesaggi” ha vinto il concorso “Luoghi di Parole”, indetto dalla stessa casa editrice.
For more information about his works: info@atelierhomegallery.org